
Un film Minecraft: Bello il mondo, ma non balla

Uno si immaginerebbe qualcosa di epico, o almeno una trama avvincente. E invece arriva Un film Minecraft, diretto da Jared Hess (Napoleon Dynamite), che sembra dire: “Hai presente Minecraft? Ecco, dimenticalo.”
Sì, ci ho giocato anche io. Ho 27 anni, e non nego che alcune scene mi hanno fatto tornare in mente quando costruivo casette di terra, scavavo per ore in cerca di diamanti e facevo esplodere tutto con la TNT. La nostalgia funziona, è vero. Ma tra nostalgia e buon cinema c'è di mezzo una sceneggiatura. E qui, sembra abbiano usato la pala... per buttarla via.
Trama: Un'avventura che parte di fretta e poi si smarrisce
La storia segue quattro protagonisti trasportati nell’universo cubettoso di Minecraft: Henry e Natalie, fratelli orfani, Dawn l'agente immobiliare e Garrett, ex campione arcade (Jason Momoa). Il loro compito? Trovandosi nel mondo di Minecraft, devono salvare l'overworld dal caos dei Piglin, sopravvivere ai Creeper e tornare a casa. Un classico viaggio dell’eroe, infarcito di gag e riferimenti diretti al gioco e non.
Ma la narrazione non regge. Con cinque sceneggiatori accreditati, la trama si fa confusa e priva di coerenza. Troppo fan service e poca direzione. Ogni volta che Momoa o Jack Black (nei panni di Steve) entrano in scena, i riflettori si spostano su di loro, lasciando tutto il resto – trama compresa – in un angolo
Montaggio ipercinetico e colonna sonora salvavita
Il montaggio sembra pensato per chi non riesce a stare fermo più di 10 secondi: tagli rapidi, zoom continui, cambi di scena che sembrano voler prevenire qualsiasi distrazione. Il risultato? Un mal di mare visivo. A confronto, Dogman pare diretto da Tarkovskij.
C’è però un elemento che si salva ma allo stesso tempo non ci azzecca nulla (eccetto la soundtrack di apertura): la selezione musicale. Non tanto le musiche originali (poco memorabili), quanto i brani noti inseriti nel film. Per una volta, si ha l’impressione che dietro ci sia stata una scelta ragionata e non un algoritmo.
Visivamente... non è male (se chiudi un occhio)
Dal punto di vista grafico, il film riesce a ricreare con fedeltà l’estetica di Minecraft. Blocchi, villaggi, mostri: tutto è al suo posto. Certo, i villager fanno un po’ paura (ma non nel senso voluto), e i Piglin sembrano cosplay low budget, ma il mondo funziona. Se ti lasci andare, puoi anche divertirti.
I personaggi? Un’occasione sprecata
Jason Momoa, anche produttore del film, si prende tutta la scena – e lo spazio degli altri. Natalie e Henry dovrebbero essere il cuore del racconto, ma ogni volta che appaiono Momoa o Jack Black, la storia si interrompe per lasciare posto a battute e momenti da protagonista assoluto.
Danielle Brooks? Praticamente un cameo con una manciata di battute. E dire che ci sarebbe stato spazio per darle un ruolo più significativo. Alla fine, sembra che ci fosse un film da raccontare... poi Jason Momoa ha detto: “No, faccio tutto io.”

In parole brevi
Un film Minecraft è un prodotto visivamente coerente con il gioco originale e carico di riferimenti per i fan più giovani. Ma chi si aspettava una trama solida e una regia bilanciata rimarrà deluso. È un film che gioca con la nostalgia ma dimentica di costruire qualcosa che regga davvero.