Retrospettiva

Quando l’amore ti fa venire le ali (e un po’ di pus)

Nel 1986, mentre Hollywood sfornava eroi muscolosi e lieti fine, David Cronenberg decideva di portare sullo schermo una delle metamorfosi più viscerali e tragiche del cinema. Con La Mosca, prende Jeff Goldblum, una macchina per il teletrasporto e una mosca ficcanaso, e ci regala un cult che è tanto horror quanto tragedia romantica.

Una trasformazione da incubo (ma anche un po’ commovente)

La trama è semplice, quasi da favola scientifica: Seth Brundle, scienziato brillante, testa su se stesso una macchina che promette di rivoluzionare il trasporto. Ma qualcosa va storto. Nella capsula entra anche una mosca. Il risultato? Un lento, inesorabile processo di fusione biologica che trasforma Brundle in un essere ibrido: metà uomo, metà insetto, completamente tragico.

Goldblum è magnifico: parte come uno scienziato eccentrico, ironico, carismatico. Poi lentamente si sgretola – fisicamente e psicologicamente – davanti agli occhi dello spettatore. Ti fa ribrezzo, sì, ma anche pena. E, in fondo, ti spinge a farti una domanda inquietante: fino a che punto possiamo restare umani, se perdiamo tutto il resto?

Geena Davis e l’amore che resiste (finché può)

Accanto a lui, Geena Davis è più di una spalla romantica: è l’anima del film. Il suo personaggio, Veronica, affronta con dolore e incredulità la trasformazione dell’uomo che ama. Il rapporto tra i due è il cuore pulsante (e straziante) del film: non si tratta solo di una metamorfosi fisica, ma della dissoluzione di un legame sotto il peso della malattia, dell’alterazione, della perdita.

Body horror, ma con cervello

Cronenberg usa effetti pratici spettacolari (firmati Chris Walas, premio Oscar) per raccontare qualcosa che va oltre il disgusto: La Mosca è un film che parla di decadimento, identità e paura del corpo che cambia. È un horror, certo, ma anche una meditazione sull’amore, la malattia e la morte.

E quando Brundlefly arriva alla sua fase finale, tra pus, urla e carne distorta, la sensazione non è solo orrore… ma compassione.

Perché riguardarlo oggi

Più che invecchiare, La Mosca è mutato bene: resta un esempio altissimo di cinema di genere con ambizioni autoriali. È disturbante, intenso, umanissimo nella sua disumanità. E ancora oggi fa riflettere – e un po’ rabbrividire – come pochi altri film del suo genere.

Tutto bello ma dove posso recuperarlo?

Purtroppo con tutte ste piattaforme è difficile starci dietro quindi ti affido ad un esperto


Questo sono io

Yac

Sono solo un nerdone di cinematografia che fa un lavoro totalmente diverso dal cinema, ma la passione per il grande schermo mi accompagna da sempre.
In questo spazio voglio condividere le mie opinioni sui prodotti audiovisivi che mi affascinano, mi deludono o semplicemente mi fanno riflettere.
Non sono un professionista, ma un appassionato che non può fare a meno di esplorare ogni angolo della settima arte, dalle pellicole d'autore ai blockbuster più chiacchierati.
Allons-y!