Recensione

Conclave: tra tonache, tradimenti e... twist divini

Un thriller al Vaticano?
Un House of Cards in abito talare?
Sì. Ed è meglio di quanto pensi.

Con Conclave, Edward Berger prende una delle stanze più chiuse, silenziose e misteriose del mondo – la Cappella Sistina – e la trasforma in un’arena politica dove ogni sguardo, ogni inchino, ogni Pax vobiscum può essere un colpo basso.

La trama: semplicità evangelica, tensione da thriller

Il Papa è morto. Pace all’anima sua.
Ma ora parte la partita vera: chi sarà il prossimo a indossare l'anello del pescatore?
Tra cardinali dal passato torbido, alleanze improvvisate, e segreti che farebbero sbiancare anche Dan Brown, il Conclave diventa una bomba a orologeria. E no, non ci sono inseguimenti o esplosioni, ma la tensione è tale che ti dimentichi di respirare.

Berger gioca la carta giusta: dialoghi taglienti, sguardi pesanti come macigni e un ritmo serrato che ti accompagna senza inciampi fino all’elezione… o forse no?

Il twist finale: sì, lo vedi arrivare. Ma funziona.

Ammettiamolo: qualcosa lo intuisci, verso il terzo rosario inizi a sospettare.
Ma poi arriva quel colpetto di scena, quel “non può essere vero” che ti fa raddrizzare sulla sedia. E pensi: “Ma se succedesse davvero una roba così nel mondo reale?”
Boom. Ti accorgi che il film ha funzionato. Ti ha preso.

Colonna sonora? Benedetta.

Musica solenne, organi, cori, momenti di silenzio che pesano come confessioni mai dette. La colonna sonora non ruba la scena, la regge. Eleva. Fa da contrappunto perfetto a ogni dialogo, a ogni complotto sussurrato all’ombra di un crocifisso.

MVP assoluto: Ralph Fiennes

Che ve lo dico a fare?
Ralph Fiennes è illegale.
Si mangia il film come un cardinale goloso al buffet del conclave. Con uno sguardo ti comunica tre cose: che sa più di quanto dice, che non si fida di nessuno, e che forse lui è l’unico con una coscienza vera in mezzo a tutta questa liturgia politica.
Se non arriva una nomination per lui, qualcuno dovrebbe suonare una campana molto forte in segno di protesta.

In parole brevi

Conclave è elegante, intelligente, sorprendentemente avvincente. Non ha bisogno di effetti speciali né di scene adrenaliniche: qui l’adrenalina è negli sguardi, nei sospiri, nelle verità taciute. Un film che ti fa venire voglia di rileggere Il Nome della Rosa, ma con più cardinali e meno arsenico. Voto? Che scenda lo Spirito Santo… ma scenda anche un po’ di popcorn, perché questo film se li merita.


Questo sono io

Yac

Sono solo un nerdone di cinematografia che fa un lavoro totalmente diverso dal cinema, ma la passione per il grande schermo mi accompagna da sempre.
In questo spazio voglio condividere le mie opinioni sui prodotti audiovisivi che mi affascinano, mi deludono o semplicemente mi fanno riflettere.
Non sono un professionista, ma un appassionato che non può fare a meno di esplorare ogni angolo della settima arte, dalle pellicole d'autore ai blockbuster più chiacchierati.
Allons-y!