the substance

The Substance: la bellezza è nel corpo di qualcun altro

Hai mai desiderato una versione migliore di te? Più giovane, più bella, più perfetta? Con The Substance puoi averla. Ma ti costerà. Carissimo.

Parliamoci chiaro: The Substance mi ha devastato.
Non tanto per lo schifo (che c’è, e se siete fan di Cronenberg vi sentirete a casa), ma per quanto riesca a farti guardare allo specchio. E farti paura.

The Substance: Una favola tossica di solitudine e bellezza

Elizabeth (una Demi Moore tornata in una forma da Oscar) è il simbolo perfetto del declino programmato: un tempo premio Oscar, oggi relegata a fare workout in TV tra paillettes e falsi sorrisi, come se Jane Fonda fosse intrappolata in un episodio malato di Black Mirror.
L’unico potere che le resta? La bellezza. E quando anche quella vacilla, ecco che arriva la sostanza. La promessa di una nuova te. Ma dentro quella promessa si nasconde l’inferno.

Una metafora fatta di carne, trucco e sangue

Una scena in particolare mi ha travolto: Elizabeth davanti allo specchio, truccandosi per uscire, combattendo il terrore di non essere abbastanza. Non abbastanza bella, giovane, da standard di instagram praticamente.
Un momento che, più che horror, è iper-reale. Soprattutto per le donne.
Ti rendi conto che i veri mostri non sono quelli della universal ma la società.

Visivamente? Una mazzata estetica.

La regia di Coralie Fargeat è chirurgica e visionaria:
non ti guida, ti schiaffeggia con colori saturi, luci violente, corpi femminili esposti che vengono prosciugati dalla macchina da presa. È body horror, sì, ma è anche una dichiarazione di guerra a chi usa l’estetica come gabbia.

Cast da urlo (letteralmente)
  • Demi Moore è Elizabeth, punto. Una prova personale, emotiva, fisica. Ti spezza.
  • Margaret Qualley è perfetta nel dualismo con la Moore, una Sue che è specchio di quello che vuole Hollywood, contrappunto, e una minaccia.
  • E poi c’è Dennis Quaid, che interpreta un personaggio talmente disgustoso da sembrare scritto con il sangue di ogni attrice scartata dopo i 30 anni. Fa paura, perché è vero.
Colonna sonora? Coltellata nei sensi.

Ti entra in testa e ci rimane. Bastano due note e ti ritrovi di nuovo lì, davanti allo specchio con Elizabeth, o ogni volta che appare la sostanza a scena. Indimenticabile. Perfetta.

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *